“Congiunzione nel giardino di Dio”, di Leido Petrucci

“Racconto la mia guerra”

di Leido Petrucci

Ciao, sono Leido, scrivo da questa galera e spesso la mia mente lancia grida di rabbia e manda a fanculo questa vita.
Vorrei spezzare la catena che mi tiene immobile in questo letto di lattice, ma sempre un letto.
Assisto impotente a lei che mi divora e in silenzio piango, grido, maledico questa che qualcuno chiama stronza.
In tanto sono quì, a fare una guerra senza possibilità di vittoria, nonostante i molti alleati provenienti anche da fuori. Contro di lei, non serve il numero messo in campo, perché attacca in silenzio è astuta e cinica. Si nasconde da qualche parte del corpo, forse si maschera, forse ha molte facce, e travestimenti.
Il suo è un assedio logorante e distruttivo, ricordo il primo attacco nel lontano aprile del 1989. Con astuzia riuscì a rallentare la mia corsa colpendo le difese sul lato sinistro, come risposta misi in campo una pattuglia di galeotti, taglia gole, soldati comandati dal temerario rilutexs.

Per tre mesi riuscii a respingere gli attacchi, ma quando la situazione sembrava volgere al meglio, il nemico sferrò un attacco con tutti i suoi scuadroni al completo, saccheggiando, demolendo tutto il lato sinistro, facendo prigioniero il generale rilutexs. Immediatamente la stronza con i suoi diavoli, prese possesso della mia parte più debole e intanto con le riserve scavavo trincee, organizzavo la più grande resistenza mai vista.
Inviai il messaggero di fiducia ai confini, per chiedere aiuto alle cellule di vagabondi che ancora si aggiravano nell’emisfero nord, nel tentativo di formare un esercito e attaccare il nemico alle spalle.
Intanto cominciavano i problemi più grossi, perchè il nemico era avanzato tagliando i viveri che non arrivavano con regolarità alle cellule di vagabondi. Per rimediare alla scarsità di cibo, ordinai di uccidere tutti i fannulloni e chi non era in grado di combattere.

Il mio portavoce cervelloschi ordinò alle truppe di accamparsi vicino al nemico, per intimorirlo. Il giorno dopo ordinai l’attacco, in prima linea c’erano le difese immunitarie, adatte a fronteggiare batterì e virus, ma i più deboli fuggirono scomponendo lo schieramento, all’interno i globuli rossi era il reparto più numeroso e trasportavano ossigeno e anidride carbonica, i globuli bianchi avevano l’ordine di intervenire in caso di aggressioni esterne da parte degli alleati della stronza, tipo i batteri, funghi, virus e sopratutto i terrificanti tumori.
Al giovane plasma, era affidato il compito di rifornire i soldati di zuccheri, vitamine, grassi, ormoni, anticorpi e proteine. Alle belle piastrine, ovvero: grandi mignotte, fu data la possibilità di collaborare con il baldo plasma, contro le emorragie esterne.

Il primo giorno di battaglia si concluse a mio favore, nei seguenti giorni la stronza tentò un attacco in un altro punto con diavoli e orchi, ma dovettero fuggire subendo gravi perdite; anche il mio esercito ne era uscito indebolito.
Trascorsero settimane di apparente calma, e tutte le sentinelle si rilassavano facendo festini, orge con le piastrine.
Nella notte il brunello scorreva a fiumi, quando all’improvviso qualche guardia gridò: il nemico il nemico. Ormai gli avamposti nemici erano arrivati fin dentro le mura del portavoce cervelloschi e nella confusione, tentarono il colpo mortale al cuore, milioni di cellule prima di cadere in mano della stronza scelsero il suicidio, altri, come i globuli rossi e globuli bianchi, lottarono salvandomi da morte certa.

Lei mi ha imprigionato, lei mi impedisce di muovermi, lei mi impedisce molte azioni, ma vivo e ogni attimo osservo, ascolto, penso a tutto cio che potrebbe darmi l’opportunità di uscire da questa galera.
Questa è la mia guerra, non c’è ancora un vincitore, di sicuro so che venderò cara la pelle. Per quello che dico sui globuli bianchi e rossi, intendo le funzioni, mi sono documentato su internet, figuratevi se un cavernicolo come me, sapeva a cosa servivano. Forse ci sarà un seguito a questa guerra.

CHISSÀ

“Congiunzione nel giardino di Dio”, di Leido Petrucci