Dal Corriere.it: Il caso clinico di Stefano Borgonovo

Il pm Guariniello interroga i giardinieri.
Borgonovo: «Il pallone non c’entra».
SLA, indagini nei club. Pesticidi nel mirino.
Mercoledì a Firenze la partita in onore dell’ex viola: «Che emozione tornare. Il calcio mi aiuterà a battere il male».

stefano-borgonovo-slaMILANO — C’era qualcosa di tossico e pericoloso nel verde di quell’erba che Stefano Borgonovo e gli altri giocatori malati calpestarono per anni, forse un antiparassitario o una vernice nelle cui molecole potrebbe nascondersi il segreto della SLA che si è portata via Segato, Rognoni, Signorini, Lombardi e gli altri campioni di una squadra che ha già undici titolari, e persino qualche riserva. È il contatto con i pesticidi dei campi, unito alla predisposizione genetica, una delle possibili concause della Sclerosi Laterale Amiotrofica nel calcio, e allora il pm Raffaele Guariniello, che da anni conduce un’inchiesta sulla malattia professionale dei calciatori, ha mandato i suoi investigatori (con gli esperti della Facoltà di Agraria dell’Università di Torino) a far domande nelle sei società più presenti nella triste casistica della SLA, ispezioni sui campi d’allenamento e negli stadi, ricostruzione dei prodotti utilizzati vent’anni fa per curare il verde dei prati, domande agli storici giardinieri dei club e ai vecchi manutentori, liste di acquisti (ricorre la presenza della formaldeide, un potentissimo battericida, nei disinfettanti). Nella cantina di un club gli uomini del pm hanno trovato vecchi barattoli di antiparassitari subito mandati a esaminare.

Vale la pena seguire ogni pista, i casi aumentano (sono saliti a 51: media attesa nel calcio 1,24, media osservata 6,45), Borgonovo non è solo nella lotta contro la SLA che mercoledì lo riporterà a Firenze, nello stadio dove conquistò i cuori viola e la nazionale, Robi Baggio gli ha promesso un assist nell’amichevole tra ex di Fiorentina e Milan che raccoglierà soldi per la Fondazione. Un’infezione negli ultimi giorni l’ha costretto a prendere antibiotici, ma vuole esserci. Il delicato viaggio da Giussano, dove vive, a Firenze, su un aereo speciale che lo andrà a prendere, durerà tre giorni. Con gli occhi ha dettato le sue sensazioni al computer che lo tiene in contatto con il mondo: «Tornare al Franchi sarà emozionante. Io e Chantal avevamo scelto Firenze per viverci tutta la vita già una settimana dopo il nostro arrivo. In viola ho passato anche mesi senza fare gol, ma sono sempre stato uno di loro». In camera, di fronte al letto, ha la foto della curva Fiesole: «La coreografia più bella del mondo. Fu il giorno di Fiorentina-Juve con il ritorno di Baggio a Firenze. Quando Robi è venuto a trovarmi abbiamo riso insieme». Il calcio gli ha dato tutto e, forse, si è ripreso tutto con gli interessi: «Ma se potessi tornare indietro rimetterei gli scarpini e farei gol alla Juve al novantesimo. Il pallone con la SLA non c’entra. Anzi, mi aiuterà a sconfiggerla».

Gaia Piccardi.

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