Le ombre lunghe della sera

Le ombre lunghe della sera” di Roberto Fabbrini

“Insegnaci a contare tutti i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore”

Che cos’ è la sapienza del cuore, se non la saggezza cui l’uomo giusto aspira, intuendone tutta la sua soave sublimità, la sua ricca sostanza, la sua appagante dolcezza?
La sapienza del cuore non si compra, né viene regalata per poco, ma si conquista giorno dopo giorno; magari si riceve in dono dagli Angeli, ma a prezzo di meritarsela nel corso del lungo logorio dell’esistenza.

La sofferenza ingenera allora un alcunché di prezioso che acquista via via senso, quasi una chiave interpretativa della vita che non misconosce la stessa morte, che riesce addirittura a traguardarne un dopo, come una sorta di pienezza esistenziale che già si assapora sin da ora e che nel contempo si intuisce realizzata trascendentalmente poi…
…ma è necessario che l’uomo faccia esperienza di sé e del mondo appieno, con radicalità: gli Angeli lo assistono con discrezione, avvicinano il Divino all’umano per suscitare in quest’ultimo sane forze genuine che gli consentano di in-diarsi, apparentemente quasi da solo, ma non perché super-uomo, ma in quanto umile consapevole tramite che si fa dono agli altri, in una sorta di annullamento del é tracotante ed autorivendicativo pieno di fatuità e di inessenzialità, riaffermando invece con la propria vita ciò che davvero conta.

Il tanto soffrire diviene motivo di riflessione, di pensiero positivo negli alternanti flussi dell’esistenza, nel contesto di un’affettività sconsolata ma mai disperata, mesta ma sempre sostenuta dalla convinzione che il male non avrà l’ultima parola, triste eppure tutta intrisa di immortalità quasi paradossalmente già esperita in vita.
In Roberto si appalesa, come è giusto che sia, l’uomo psico-somatico, spirituale e carnale insieme: la malattia, il terribile morbo, la sclerosi laterale amiotrofica, si configura allora quale fattore disvelatore, perché Roberto è già di per sé così “completo”, non è mai stato (né tantomeno lo è ora!) uomo solo a metà!!!

La ricerca dell’essenziale nell’esistenza umana, l’appagamento mai inesorabilmente nostalgico per ciò che davvero conta nella vita, la tensione all’Amore concretamente umano vissuto nella declinazione familiare con delicatezza e moderazione, mai disgiunta da una vivacità autentica e sincera, fanno di questi “Pensées” di Roberto un prezioso viatico per l’uomo di tutti tempi, soprattutto per quello cosiddetto sano, nel suo continuo sforzo di dare senso, un senso vero e soddisfacente, al “migrare degli anni”.

Paolo Bongioanni

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Le ombre lunghe della sera