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ICTUS: Principale causa di morte in Occidente, l’ictus è l’improvvisa interruzione dell’apporto di sangue al cervello. Può essere provocato da un coagulo di sangue o trombo che ostruisce un vaso sanguigno cerebrale, dalla rottura delle pareti vasali o dalla pressione di una massa tumorale sui vasi sanguigni. Privati dell’ossigeno trasportato dal sangue, i neuroni dell’area colpita non funzionano più e muoiono, sicché la parte di organismo da essi controllata smette a sua volta di funzionare. Nella sua forma più grave, l’ictus produce perdita della conoscenza e della funzione cerebrale, con conseguente decesso.

INCIDENZA: In epidemiologia (vedi epidemiologia), il tasso di incidenza indica il numero di nuovi casi di una malattia che si presentano in un determinato intervallo di tempo.

INIBIZIONE: In ambito neuronale, messaggio sinaptico che impedisce al neurone accettore di attivarsi.

INSONNIA: (o iposonnia), disturbo dovuto a diminuzione della durata del sonno e della sua capacità ristoratrice, con ripercussioni, più o meno gravi, sullo stato di benessere e di efficienza dell’individuo, che ha la sensazione di riposo insufficiente.
Tipi di insonnia
Vi sono insonnie transitorie che tutti possono provare nella vita, se si creano situazioni di stress, di disturbo ambientale, malattie acute, dolore o cambiamento di fuso orario. In alcuni casi l’insonnia può essere un effetto secondario di alcuni farmaci (per esempio, cortisonici, anoressizzanti), e paradossalmente anche dell’uso cronico di sedativi o di ipnotici (benzodiazepine, barbiturici ecc.). Anche l’uso di droghe e l’abuso cronico di alcol può produrre insonnia. Nelle insonnie persistenti, di lunga durata, si possono rintracciare spunti di depressione di tipo reattivo o endogeno, disturbi psichiatrici di diverso tipo o malattie fisiche (per esempio ulcera peptica, ernia iatale, dolori artrosici). La sindrome da periodo di sonno ritardato è tipica dell’età adulta e affligge alcuni soggetti che si accorgono, nel corso degli anni, che il momento di addormentamento è spostato progressivamente più avanti nella notte, senza possibilità di anticiparlo. Questi soggetti, se il mattino seguente possono dormire ininterrottamente, presentano un sonno normale per qualità e durata. Vi sono poi soggetti con sonno fisiologico breve, per cui è riposante un periodo di sonno di 3/5 ore. Si parla di insonnia iniziale, quando vi è difficoltà ad addormentarsi; centrale, quando è disturbata la continuità del sonno con frequenti risvegli; terminale, quando il risveglio è precoce.
Apnea morfeica e mioclono notturno
Cause di insonnia possono essere, inoltre, l’apnea morfeica (blocco del respiro nel sonno) e il mioclono (contrazioni muscolari involontarie) notturno. L’apnea morfeica è caratterizzata da notevole sonnolenza diurna ed è diagnosticabile solo con l’osservazione del paziente durante il sonno o con la registrazione di tracciati polisonnografici in cui si evidenzia la presenza di brevi periodi di apnea che terminano con il risveglio del paziente. Questi episodi possono variare da un minimo di cinque all’ora, a molti di più. Il paziente perlopiù non ne conserva memoria al risveglio, essendo di durata inferiore al minuto, tempo minimo richiesto per la fissazione di un ricordo. Con l’apnea morfeica possono coesistere aritmie cardiache e grave ipoossigenazione del sangue. Il mioclono, invece, è caratterizzato da movimenti periodici delle gambe che si verificano ogni 20-60 secondi, risvegliando ogni volta il paziente e disturbando la qualità e la quantità del sonno nel suo complesso.
Terapia
Nella cura dell’insonnia va sempre tenuto presente che essa è un sintomo che può associarsi ai disturbi psichici più variabili. Spesso l’insonnia è sintomo di un sottostante quadro psichico di tipo depressivo che va trattato con antidepressivi. Gli ipnotici dovrebbero essere utilizzati quasi esclusivamente nelle insonnie transitorie associate a stress e ansia, per periodi di tempo limitati e, possibilmente, in maniera intermittente. Tra gli ipnotici, le benzodiazepine posseggono il più ampio margine di sicurezza. In generale, e negli anziani in particolare, è preferibile utilizzare prodotti a emivita breve, che possano essere eliminati prima del risveglio. Nelle insonnie croniche da tensione è spesso sufficiente un’adeguata igiene di vita che preveda di non bere alcolici e caffè e di non compiere attività intellettuali impegnative nelle ore serali. Bisogna poi porre attenzione nell’escludere la presenza di apnea morfeica o mioclono, per i quali molti farmaci normalmente utilizzati nei vari tipi di insonnia sono rigorosamente controindicati. Per l’apnea morfeica è stata provata con qualche utilità la protriptilina associata a teofillina. Per il mioclono, invece, è indicato il clonazepam, mentre sono controindicate le altre benzodiazepine, così come sono controindicati gli altri antidepressivi. Esiste, infine, l’insonnia terapeutica che consiste nella inibizione del sonno per una o più notti; è indicata per il trattamento della depressione che viene migliorata da questa procedura.

INSUFFICIENZA RESPIRATORIA: stato fisiopatologico contraddistinto dalla diminuzione dell’efficienza della funzione respiratoria. Ciò condiziona una alterazione delle pressioni parziali dei gas disciolti nel sangue: è infatti costantemente rilevabile una insufficiente ossigenazione del sangue, evidenziata dalla diminuzione della pressione di ossigeno (ipossiemia) cui può associarsi o meno un aumento della pressione di anidride carbonica (ipercapnia).

INVASIVO: in ambito di tecniche mediche, ciò che comporta l’introduzione nel corpo – attraverso la cute o gli orifizi – di strumenti o elementi estranei.

IONI: atomi o molecole elettricamente carichi.

IPERCAPNIA: aumento della concentrazione di anidride carbonica disciolta nel sangue e nel liquor. Una causa è l’ipoventilazione. L’ipercapnìa provoca cefalea, acidosi respiratoria, tremori muscolari, obnubilamento della coscienza fino al coma.

IPOFISI: ghiandola endocrina strettamente connessa all’ipotalamo. Nell’uomo è composta da due lobi e secerne diversi ormoni che regolano l’attività di altri organi endocrini. E chiamata anche ghiandola pituitaria.

IPOSSIEMIA: diminuzione della pressione dell’ossigeno nel sangue arterioso. È caratteristica, per esempio, degli stati di insufficienza respiratoria. Ipoventilazione Diminuzione del ricambio d’aria negli alveoli polmonari alla quale conseguono ipossiemia, ipercapnia e, nei casi più gravi, acidosi respiratoria. L’ipoventilazione si verifica per riduzione del numero o della profondità degli atti respiratori, per depressione del centro respiratorio (a causa di farmaci, anestesia, danno del bulbo spinale), paralisi dei muscoli respiratori od ostruzione delle vie respiratorie.

IPOSTENIA: riduzione della forza.

IPOTALAMO: complessa struttura encefalica composta da diversi nuclei che hanno varie funzioni, come regolare l’attività di organi interni, integrare i segnali provenienti dal sistema nervoso autonomo e controllare l’ipofisi.

IPPOCAMPO: struttura a forma di cavalluccio marino localizzata all’interno dell’encefalo. Parte importante del sistema limbico, svolge un ruolo nell’apprendimento, nella memoria e nelle emozioni.

ISTOLOGIA: disciplina che studia la struttura della materia vivente a livello microscopico e submicroscopico e in particolare l’organizzazione e le funzioni dei tessuti.

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