P

PARAPLEGÌA: paralisi completa ai due arti inferiori. La paraplegìa può essere di origine centrale, per lesione encefalica (lobulo paracentrale bilaterale) o del midollo spinale (tabe dorsale spastica); o di origine periferica, per lesione del motoneurone midollare (poliomielite acuta), o delle radici e dei nervi (poliradicoliti o poliradicoloneuropatie). Nel primo caso si manifesta in forma spastica, associata cioè a un aumento del tono muscolare e dei riflessi tendinei, con comparsa dei riflessi patologici (vedi Babinski, segno di). Nel secondo caso la paraplegìa è flaccida, con diminuzione del tono muscolare e perdita dei riflessi profondi. La paraplegìa midollare, in particolare, inizialmente accompagnata da ipotonia, gradualmente diventa ipertonica e si distingue in paraplegìa in estensione (caratterizzata da un aumento del tono dei muscoli sia estensori sia flessori e da un aumento dei riflessi profondi) e in paraplegìa in flessione (caratterizzata da ipertonia dei muscoli flessori, con diminuzione dei riflessi profondi e aumento dei riflessi di automatismo midollare). Quanto maggiore è il numero dei segmenti midollari nel tratto di midollo isolato, tanto più frequente è la paraplegìa in flessione.

PARKINSON, MORBO DI: (o paralisi agitante), malattia caratterizzata da degenerazione di strutture del sistema nervoso extrapiramidale, in particolare del nucleo grigio, componente essenziale del sistema extrapiramidale con cellule ricche di ferro e melanina (sostanza nera). È molto frequente e colpisce fra i 50 e i 60 anni, con lieve prevalenza nel sesso maschile. Fondamentale è la grande riduzione del contenuto in dopamina (neurotrasmettitore inibitorio) nella sostanza nera e nei gangli della base (caudato e putamen), con sbilanciamento dell’equilibrio esistente tra innervazione dopaminergica (inibitoria) e colinergica (eccitatoria) a favore di quest’ultima. Il morbo di Parkinson ha inizio insidioso e andamento progressivo. I sintomi tipici sono il tremore, l’ipertonia e l’acinesia, che possono anche essere presenti contemporaneamente. Il tremore, in genere il primo a comparire, ha una frequenza da quattro a sei scosse al secondo, ed è dovuto alla contrazione ritmica e alternata di alcuni gruppi muscolari e dei loro antagonisti. È un tremore “di posizione”, presente cioè solo quando la parte interessata è in riposo, mantenuta in una certa posizione. Inizia in genere alle mani (caratteristico è il movimento ripetuto del pollice sull’indice e sul medio, simile all’atto di contar soldi), per poi estendersi; cessa nel sonno, si accentua con i movimenti fini, le emozioni e il freddo. L’ipertonia è di tipo extrapiramidale. Caratteristico è il fenomeno della “troclea” o ruota dentata: per esempio, facendo compiere movimenti di estensione dell’avambraccio sul braccio, e palpando il bicipite, si percepisce una serie di scatti, tale da dare l’impressione che l’arto sia inserito in una ruota dentata. L’ipertonia ha un effetto paralizzante sui movimenti volontari, con perdita dei movimenti associati (pendolamento degli arti superiori durante la marcia) e della motilità dei muscoli mimici, che determina facies inespressiva, sguardo fisso e ammiccamento raro, e una spiccata lentezza nei movimenti e difficoltà a iniziarli ed eseguirli. Caratteristiche sono poi l’andatura a piccoli passi, la cinesiaparadossa, la disartria e la monotonia della voce. La scrittura è tremula e minuta; sono presenti disturbi vegetativi (ipersudorazione, scialorrea), dolori crampiformi, decadimento intellettivo e modesti disturbi psichici. Le moderne terapie hanno molto migliorato le condizioni di vita e allungato il decorso. La terapia farmacologica mira a diminuire la rigidità e le difficoltà motorie. I farmaci impiegati, spesso in associazione tra loro, appartengono a quattro gruppi: inibitori del sistema colinergico (vedi anticolinergici), poco impiegati per i loro effetti collaterali;

L-DOPA, che contrasta la carenza di dopamina ma presenta difficoltà di dosaggio; amantadina, meno efficace della L-DOPA ma più degli anticolinergici; farmaci agonisti della dopamina (per esempio, bromocriptina), capaci di legarsi ai suoi stessi recettori, che consentono un uso migliore e prolungato nel tempo della L-DOPA, quando utilizzati in contemporanea a essa. L’intervento chirurgico, che consiste nel trapianto di cellule staminali nelle strutture extrapiramidali responsabili o in altre metodiche tuttora sperimentali, è riservato ai casi con tremore grave o associato a ipertonia emilaterale e resistenti alla terapia medica.

PEG: Acronimo di Gastrostomia Percutanea Endoscopica. Tecnica invasiva che prevede il posizionamento di una sonda che, attraverso la parete dell’addome, raggiunge lo stomaco per la nutrizione artificiale. Vedi Nutrizione artificiale.

PEPTIDI: Composti formati da catene di amminoacidi, con funzione di ormoni o neurotrasmettitori.

PLACEBO: Sostanza inattiva (senza proprietà curative) che, nelle sperimentazioni di un trattamento terapeutico sull’uomo – in particolare nei trial di fase III – viene somministrata ad una parte dei pazienti a loro insaputa.

PNEUMOLOGIA: Disciplina che studia le malattie dell’apparato respiratorio.

PNEUMOTORACE: Formazione ed accumulo di aria nel cavo pleurico di provenienza polmonare causata dalla rottura di una bolla polmonare.

POLISONNOGRAFIA: Esame strumentale che consiste nella registrazione, durante il sonno, di parametri funzionali respiratori, cardiologici, elettroencefalografici, elettromiografici. In particolare si registrano la frequenza del respiro, la presenza di crisi di apnea e la saturazione di ossigeno.

POLMONITE AB INGESTIS: Polmonite provocata dall’aspirazione, nell’albero tracheobronchiale, di cibo e succhi digestivi (in latino ab ingestis significa “da materiali ingeriti”). Si tratta di una forma di polmonite chimica, nella quale il danno al tessuto polmonare è essenzialmente causato dal contatto con il contenuto gastrico estremamente acido. I fattori principali che causano l’insorgenza di questa polmonite, nel caso di malati di SLA, sono costituiti dall’alterazione dei meccanismi della deglutizione ed in particolare il malfunzionamento dell’epiglottide.

PONTE DI VAROLIO: Parte del rombencefalo che, con altre strutture cerebrali, controlla la respirazione e regola il ritmo cardiaco. È la principale via attraverso la quale il proencefalo scambia informazioni con il midollo spinale e il sistema nervoso periferico.

POTENZIALE D’AZIONE: Si ha un potenziale d’azione quando un neurone si attiva e la sua membrana interna inverte temporaneamente la polarità, passando da negativa a positiva. La carica elettrica viaggia lungo l’assone fino al terminale nervoso, dove innesca o inibisce il rilascio di un neurotrasmettitore, prima di esaurirsi.

POTENZIALE EVOCATO: Risposta elettrica del cervello a stimoli sensoriali. La si misura applicando elettrodi al cuoio capelluto (o, più raramente, all’interno del cranio), somministrando stimoli ripetuti e calcolando al computer la media delle risposte.

PREVALENZA: In epidemiologia (vedi Epidemiologia), il tasso di prevalenza indica il numero totale dei casi di una malattia presente in una data popolazione in un dato momento.

PROENCEFALO: La parte più ampia del cervello, comprendente la corteccia cerebrale e i gangli della base. Gli si attribuiscono le funzioni intellettive più elevate.

PROTESI: Dispositivo usato per sostituire almeno parzialmente una porzione del corpo umano che non sia più in grado di operare correttamente.

PUNTAMENTO OCULARE: I sistemi di comunicazione a puntamento oculare rappresentano l’ultima generazione di dispositivi per la comunicazione interpersonale per i soggetti con severe limitazioni motorie ed in assenza di fonazione. Sono dispositivi che consentono l’uso di un computer per scrivere e parlare con il solo movimento degli occhi, grazie ad una o più telecamere puntate sulla pupilla che seguono costantemente ogni minimo movimento ed intercettano la porzione di schermo (es: una lettera) fissato dalla persona istante per istante. Si tratta di sistemi complessi tuttora in via di implementazione sia hardware che software.

P