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LA SCELTA DI AIUTARE

dottore scriveL’assistenza prestata dal caregiver presuppone che si sia verificata una condizione sfavorevole di salute, una malattia o un suo postumo che rende necessaria la presa in cura non episodica ma continuativa e duratura. Molte malattie neurologiche sono cronico-degenerative e rendono inevitabile l’assistenza per un tempo prolungato. Si è portati a pensare alla malattia e all'assistenza come condizioni reversibili, che terminano con la guarigione, anche se a volte non è così.

In una situazione che appare determinata e che certamente non è il frutto di una scelta, il caregiving è e rimane una decisione libera e responsabile e come tale non è un obbligo ma essenzialmente una scelta.

Assumere su di sé l’assistenza materiale nei confronti di una persona (che non sia un figlio minore o coniuge convivente) non è un obbligo giuridico ma il frutto di una determinazione personale, sulla quale non crediamo si possa esprimere teorici principi. Inoltre ogni decisione è suscettibile di revoca e di cambiamento, cosi come lo sono le condizioni di salute e di vita di ogni persona.

Questo concetto è fondamentale. Solo nella lucida consapevolezza è possibile assistere bene: efficacemente per il malato e in modo sano e non dannoso per il caregiver; in questo caso davvero prezioso per entrambe.