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ICTUS: DIAGNOSI

L’approccio clinico al paziente che arriva in ospedale con sospetto ictus deve essere estremamente rapido.

Attraverso la visita i medici valutano i segni e considerano i sintomi riferiti per arrivare alla diagnosi (anche differenziale, per distinguere la forma ischemica da quella emorragica).

La Tomografia Computerizzata (TC) cerebrale  senza mezzo di contrasto è il principale strumento di diagnosi strumentale nella maggior parte degli Istituti ospedalieri. I vantaggi stanno nel fatto che essa può essere effettuata in pochi minuti. Tuttavia alcune alterazioni tipiche dell’ictus ischemico possono non essere identificabili nelle fasi precoci durante le quali l’esame TC può risultare del tutto negativo per la presenza di aree di “penombra ischemica” che non sono visibili con la TC standard senza mezzo di contrasto. Qualora la TC precoce risultasse normale, la sua ripetizione è indicata nei pazienti con ictus esordito 6-7 giorni prima, se vi è necessità di un chiarimento diagnostico o prognostico, e a 24-48 ore nell’ictus clinicamente non stabilizzato.

Altri strumenti per indagare più dettagliatamente la situazione del parenchima nervoso sono la TC con mezzo di contrasto o, meglio, la Risonanza magnetica nucleare (RMN) encefalica. Le condizioni anatomico-funzionali delle grandi arterie che portano il sangue al SNC e di quelle che si trovano nel contesto del tessuto nervoso possono esplorarsi con l’Ecocolor-doppler dei tronchi sovraortici (arterie carotidi e vertebrali), l’AngioTC, l’AngioRMN e l’Angiografia. Anche l’ecografia cardiaca (ecocardiogramma) e l’elettrocardiagramma (ECG) rivestono una certa importanza per individuare la responsabilità del cuore nella genesi dell’ictus.