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ALZHEIMER: SINTOMI

Le caratteristiche cliniche della malattia possono variare notevolmente da soggetto a soggetto: tuttavia, il più precoce ed evidente sintomo è una perdita significativa della memoria, che si manifesta con la difficoltà nel ricordare eventi recenti e con l’incapacità di acquisirne di nuovi, e che successivamente si aggrava con lacune in ambiti sempre più estesi. Spesso, a questo primo sintomo (amnesia), si associano la difficoltà di eseguire attività quotidiane, la perdita della corretta espressione verbale di vocaboli e concetti, o altri disturbi del linguaggio con un impoverimento verbale complessivo ed il ricorso riflesso a ripetizioni e a stereotipi (dall’anomia all’afasia vera e propria). Altre volte il sintomo che si associa al disturbo di memoria può essere rappresentato dal disorientamento spaziale, temporale e verso le persone. Frequenti sono anche alterazioni della personalità: l’ansia, l’apatia, l’insicurezza, il disinteresse nei confronti del proprio lavoro, delle attività quotidiane e dei propri hobby, la diffidenza nei confronti di altre persone, anche familiari (accusate ad esempio di sottrarre o spostare oggetti), l’incapacità di giudizio. O ancora vi possono essere disturbi del sonno o dell’alimentazione, o del movimento. Il malato può trovarsi nell’incapacità di affrontare e risolvere problemi anche semplici, relativi alla quotidianità. Comuni ad esempio sono alcune aprassie, come incontrare difficoltà nel processo di vestirsi o di lavarsi; oppure alcune agnosie come quella di non riconoscere/confondere un  oggetto con un altro.

Nella grande maggioranza dei casi, dopo anche oltre un anno dall’esordio della malattia, il disturbo della memoria è tale che i familiari ricorrono all’aiuto di uno specialista, perché la sintomatologia iniziale, attribuita allo stress oppure alla depressione o all’invecchiamento fisiologico, diventa più grave e invalidante. Il soggetto deve essere sorvegliato, benché possa mantenere ambiti, variamente rilevanti, di autonomia. La durata media della malattia di Alzheimer (così come per delle altre forme di demenza) varia fortemente da caso a caso: si stima il suo decorso tra i 7 e i 14 anni. Così la progressione non procede in maniera uniforme: può, in seguito alle terapie, interrompersi per un certo periodo (con miglioramenti anche significativi nella sintomatologia) e poi riprendere. Il ritmo di evoluzione delle demenze varia molto da soggetto a soggetto. Con l'avanzare della malattia, il quadro clinico può prevedere confusione, irritabilità, aggressività, sbalzi repentini di umore, difficoltà significative nel linguaggio, disinibizione sessuale, perdita della memoria a lungo termine, progressive disfunzioni sensoriali. Le fasi avanzate della malattia sono caratterizzate da una completa dipendenza dagli altri. Vi è difficoltà nel camminare, rigidità degli arti; incontinenza urinaria e fecale; le funzioni intellettive sono gravemente compromesse: le espressioni verbali sono ridotte alla ripetizione compulsiva di parole o suoni o gemiti. Spesso il malato si riduce all'immobilità, e la continua costrizione al letto può fare insorgere piaghe da decubito, infezioni respiratorie, urinarie, sistemiche, oltre che contratture muscolari.