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EPILESSIA: DEFINIZIONE

Il termine Epilessia deriva dal verbo greco epilambanein, che può essere tradotto con l'espressione "essere colti di sorpresa".

Si tratta di una patologia neurologica di cui esistono varie forme cliniche e che si manifesta attraverso una variegata sintomatologia che costituisce la cosiddetta crisi epilettica. Alcuni autori ritengono pertanto più corretto parlare di epilessie al plurale, piuttosto che al singolare.

La crisi epilettica è sostanzialmente una risposta aspecifica del cervello a vari danni (le cui cause possono essere diverse) che interessano il cervello.

La comunicazione neuronale avviene attraverso impulsi di tipo elettrico generati da scambi di tipo biochimico fra le cellule; nel caso in cui, per una qualsivoglia ragione, una popolazione di neuroni (che può essere più o meno estesa) cominci a “scaricare” elettricità in modo eccessivo, può scatenarsi una crisi epilettica. La "popolazione" di neuroni che dà luogo all'eccessiva scarica elettrica viene detta focus o focolaio epilettogeno.

Una crisi epilettica può essere parziale (si parla anche di crisi focale) oppure generalizzata. La crisi focale, come si può facilmente intuire dalla terminologia, inizia in una zona delimitata dell'emisfero cerebrale e di qui può diffondersi in altre zone; la crisi generalizzata, invece, coinvolge fin da subito entrambi gli emisferi cerebrali. L'esempio più eclatante di crisi generalizzata è la crisi epilettica convulsiva, nota anche come Grande Male; si parla invece di Piccolo Male quando ci si riferisce a una crisi epilettica caratterizzata da un'improvvisa, ma breve sospensione della coscienza non accompagnata da alcun accesso convulsivo.

Per convenzione, per parlare di epilessia è necessario che un soggetto abbia avuto perlomeno due crisi epilettiche spontanee. In alcune forme di epilessia le crisi epilettiche si ripetono sempre con le medesime modalità, mentre in altre le crisi possono modificarsi nell'arco del tempo; è quindi possibile che un soggetto affetto da epilessia abbia un determinato tipo di crisi in gioventù e un altro in un'età più matura. Vi sono poi anche soggetti affetti da epilessia che manifestano vari tipi di crisi.

L’epilessia è, tra le malattie neurologiche, una delle più diffuse, tanto che in Italia è riconosciuta come "malattia sociale"

È probabile che la sua frequenza sia sottostimata perché spesso questa malattia viene tenuta nascosta per motivi psicologici e ambientali. Le stime più recenti parlano di un soggetto interessato dalla malattia ogni 100 persone; si ritiene che in Italia i soggetti interessati dal problema siano circa 600.000, con 25.000 nuovi casi ogni anno. Per quanto riguarda i picchi di incidenza della malattia, questi si registrano nei bambini, nei giovani adulti e nelle persone anziane. Considerando che il 75% delle epilessie inizia prima dei venti anni di età e che circa un terzo colpisce i bambini con meno di 5 anni di età, l’epilessia può essere considerata una malattia più frequentemente pediatrica.

In molti casi l'epilessia è idiopatica, cioè non se ne conosce la causa. Attualmente si ritiene che cause genetiche siano alla base della maggior parte di quelle epilessie che fino a qualche anno fa venivano definite senza causa apparente.

L’epilessia può però anche essere secondaria o sintomatica ovvero causata da un “danno” cerebrale che intercorre prima o subito dopo la nascita (per es. per un difetto di ossigenazione del cervello nei primi attimi di vita, o per un parto difficile), da malformazioni del cervello (per un errore di sviluppo), da malattie infettive del sistema nervoso (encefaliti), da traumi cranici gravi (per es. per incidenti stradali), da tumori cerebrali, da ictus (soprattutto negli anziani) e da malformazioni dei vasi cerebrali, ecc...